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Maria Cecilia Angelelli

ceciliaangelelli@gmail.com
Student of Architecture at Politecnico di Milano | Erasmus in Aires Mateus atelier Da/UAL 2022

 

Vittoria Pizzol

vittoria.pizzol01@gmail.com
Student of Architecture at IUAV di Venezia | Erasmus in Aires Mateus atelier Da/UAL 2022

 

To cite this article: ANGELELLI, Maria Cecilia; PIZZOL, Vittoria – “Diffidate da tutto quello che leggete qui” Countryside. The Future. Estudo Prévio 21. Lisboa: CEACT/UAL – Centro de Estudos de Arquitetura, Cidade e Território da Universidade Autónoma de Lisboa, 2022, p. 48- 60. ISSN: 2182-4339 [Disponível em: www.estudoprevio.net]. DOI: https://doi.org/10.26619/2182-4339/21.3

Review received on 30 June 2022 and accepted for publication on 3 August 2022.

Creative Commons, license CC BY-4.0: https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

‟Diffidate da tutto quello che leggete qui”
Countryside. The Future.

 

Sommario

Rem Koolhaas è un architetto olandese, fondatore dello studio OMA e di AMO, il ramo di ricerca dello studio, il quale opera in aree che vanno oltre l’esclusivo campo dell’architettura. Countryside: The Future è la ricerca che indaga il tema della campagna e il suo futuro. Dopo numerosi anni di ricerca, la mostra è stata presentata ufficialmente a febbraio 2020 al Guggenheim Museum di New York. Attraverso una serie di storie, casi studio e dati, Koolhaas cerca di sensibilizzare il pubblico su temi importanti per il futuro del pianeta come l’eccessiva urbanizzazione e il riscaldamento globale, mostrando la campagna come unica alternativa. La ricerca offre una visione inedita delle aree rurali del mondo, ritenendole le chiavi di volta per un futuro responsabile e sostenibile. I dati forniti risultano davvero impressionanti. Nonostante questo, se confrontati con quelli delle fonti ufficiali citate da lui stesso, paiono vaghi, imprecisi o addirittura non attinenti alla realtà. Da un confronto dei dati citati da Koolhaas con i dati ufficiali e dall’intervista alle persone coinvolte nelle indagini, l’articolo cerca di dare una risposta al perché di determinate imprecisioni.

 

Keywords: Rem Koolhaas, OMA, AMO, campagna, sostenibilitá

 

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Introduzione[1]

Rem Koolhaas e Samir Bantal, direttore di AMO, il studio di ricerca di OMA, hanno inaugurato il 20 febbraio 2020, presso il Guggenheim di New York, i risultati della sua ricerca sulla campagna in una mostra intitolata Countryside: The Future. Non si tratta di una mostra scientifica, artistica o architettonica. Essa è una collezione di storie raccontata attraverso casi studio ed esperienze reali di vita, tesa a sensibilizzare e ad avvicinare il pubblico alla realtà alternativa alla città metropolitana, così per com’è conosciuta.

Come lo stesso Rem Koolhaas scrive in Countryside, A report, così si potrebbe riassumere l’obiettivo della ricerca riguardo al futuro della campagna:

«Quello che volevamo raccogliere è la prova di un nuovo pensiero, di nuovi modi di pagare, di nuovi modi di coltivare, di nuovi modi di costruire, di nuovi modi di ricordare, di nuovi modi di esplorare, di nuovi modi di agire, di vecchi modi di contemplare e di essere, di nuovi modi di usare i nuovi media, di nuovi modi di possedere, di affittare, di nuovi modi di proteggere, di nuovi modi di piantare, di nuovi modi di coltivare, di nuovi modi di fondere, di nuovi modi di raccogliere, che stanno avendo luogo al di là di una coscienza metropolitana.” (KOOLHAAS, 2020: 3) [trad. autori][2]

 

Dati alla mano

La scelta del luogo per presentare questa mostra non è casuale. Lo stesso Frank Lloyd Wright progettò, sotto commissione dell’allora direttrice e curatrice Hilla Rebay, uno spazio destinato ad essere «tempio dello spirito» per un’«arte non oggettiva». Il vuoto centrale viene sfruttato dall’esposizione stessa e sembra vengano inserite immagini random con l’obiettivo di disorientare lo spettatore. La mostra vera e propria, invece, si sviluppa lungo tutta la rampa ascendente. I muri sono interamente coperti da immagini e parole accostate tra di loro, andando a creare un ragionamento apparentemente disordinato per un visitatore casuale. Koolhaas definisce il suo punto di vista come quello di un Marziano, punto di vista totalmente oggettivo e imparziale di fronte alla moltitudine di informazioni e spunti.[3]

Sulle slide presentate durante le conferenze in giro per il mondo – come per esempio quella presso l’Università di Harvard del 28 Ottobre 2015 [4], o quella presso la Melbourne School of Design del 3 Ottobre 2017 [5]–, disponibili sul sito ufficiale di OMA [6],

è possibile trovare le fonti consultate. Queste, però, corrispondono ad archivi immensi, come UNSTAT, FAOSTAT, UNESCO, e Koolhaas non fa alcuna specifica su un anno o un documento in particolare. Risulta quindi difficile riuscire a risalire ai dati esatti. Nonostante ciò, è stato possibile verificare diverse imprecisioni. Lo stesso Koolhaas, al minuto 4:51 della conferenza sopra citata presso l’Università di Harvard, facendo vedere delle mappe del mondo con sotto riportare quelle che dovrebbero essere le percentuali, dice “diffidate da tutto quello che leggete qui” [7].

 

Figura 1 – Slide presente realativa all percentuale della popolazione mondiale nel 2012. Fonte: Sito ufficiale.

Figura 2 – File excel United Nations Population Division, Department of Economic and Social Affairs.

 

Una delle diapositive presentate alla conferenza risulta essere quella relativa alla popolazione mondiale del 2012 tratto dal sito UNSTAT (Figura 1). I dati forniti da Koolhaas risultano essere però non dell’anno 2012, come sostenuto in questi diagrammi, ma del 2011, l’anno precedente (Figura 2)[8]. Questa imprecisione non è molto significativa e sembra derivare da una semplice e piccolo errore e la ragione potrebbe ritrovarsi nel fatto che il 2012 segni il punto di svolta nel superamento del 50% della popolazione urbana sul totale. Tuttavia, ve ne sono altri più significativi.

Vediamo riportata (Figura 3) una mappa globale presentata da Koolhaas nel dibattito UN75 Dialogue, moderato da Rem Koolhaas e Samir Bantal, con “gli enormi effetti del riscaldamento globale” e citando come fonte ufficiale i dati della NASA raccolti a febbraio 2016. Nella presentazione della mappa, Koolhaas sostiene:

«

Nel mondo attuale, osservando così tanti luoghi diversi distribuiti su così tanti continenti, è inevitabile tracciare un quadro degli effetti del riscaldamento globale sul mondo in questo momento, che è già molto grave e non è molto difficile immaginare che lo diventerà ancora di più in futuro e in questo senso l’intera mostra è un forte incentivo a prendere questo problema forse più seriamente di qualsiasi altro” [trad. autori] [9].

Nel sito ufficiale della NASA si ritrova una mappa interattiva [Figura 4] che per essere ottenuta però richiede l’inserimento di una serie di parametri che Koolhaas non specifica mai [Figura 5]. Si tratta di una mappa che paragona la temperatura globale del 2016 in relazione ad un arco temporale che può variare dal 1880 ad oggi.

 

Figura 3 – Slide sul riscaldamento globale presentata da A

 

Figura 4 – Mappa sul riscaldamento globale pubblicata sul sito ufficiale della NASA.

Figura 5 – Tabella con i parametri da inserire per l’ottenimento della mappa sul sito ufficiale della NASA.

 

Durante la conferenza tenuta presso l’Università di Harvard il 28 Ottobre 2015, Koolhaas presenta un grafico che mostra la percentuale di agricoltori sul totale della popolazione e come questa discende dal 1850 al 2011, passando dal 25% all’1,7% (Figura 6). Questi dati riportati citano come fonti la CBS (2011) e Geert Mak (1994), giornalista e saggista olandese (non facendo riferimento a nessuno scritto in particolare).

Per quanto riguarda i dati della CBS, risultano non coincidere con quelli forniti, infatti viene riportata la percentuale degli agricoltori sulla totalità della popolazione che risulta dell’1,7% mentre il dato della CBS è al 2,9% (Figura 7).

Nel corso del dibattito A UN75 Dialogue, sono state presentate due slide (Figure 8 e 9) che spiegano e forniscono dati molto precisi sulle quote di occupazione per diverso gruppo industriale nella Germania rurale e in quella urbana. In ogni slide viene riportata la fonte (in alto, a sinistra): OECD Rural Policy Reviews, Germany 2007. Ricercando questi esatti dati all’interno del sito ufficiale dell’ OECD Rural Policy Reviews[10], si può facilmente notare che questi non coincidono, per quanto riguarda la parte relativa alla Germania urbana. Notiamo, dai grafici creati al fine di confrontare in modo più diretto i dati forniti (Figure 10 e 11), numeri completamente diversi che non sembrano avere nemmeno una qualche proporzione tra loro.

 

Figura 6 – Slide di AMO sulla percentuale di agricoltori sulla totalità della popolazione presentata durante la conferenza presso l’Università di Harvard.

Figura 7 – Dati riportati sul sito della CBS.

 

Alcuni dati si discostano leggermente – come per quanto riguarda il settore dell’industria alimentare (food industry) che dalla fonte ufficiale dell’OECD (Figura 11) si attesta al 2,9% dell’occupazione sul totale, mentre nelle slide di AMO viene ridotto al 2,7% (Figura 9). Differenze molto più evidenti si riscontrano invece nei settori dei servizi, quelli professionali (professional services), che dalla fonte ufficiale dell’OECD si attestano il 12,6% (Figura 11), appaiono nei dati AMO con una percentuale drasticamente aumentata fino al 16,6% (Figura 9). Anche i servizi pubblici (public services) vedono aumentare in modo significativo la percentuale che va dal 23,8% (dati OECD) (Figura 11) al 27,5% (dati AMO) (Figura 9).

Queste differenze risultano difficili da comprendere. L’ipotesi che si è portati a fare leggendo e paragonando questi dati è che AMO abbia variato i dati al fine di rendere ancora più eclatanti i fatti, facendo percepire le voci occupazionali in modo più squilibrato nella loro totalità. Aumentando le voci occupazionali che più si avvicinano totalità degli impieghi che AMO trasforma nel 27,5% mentre diminuisce ad esempio il l’immaginario legato alle zone urbane come i servizi pubblici, che ricoprono il 24% della dato sull’agricoltura che passa da un 2%(OECD) all’1,2% (AMO).

In una delle slide presentate da Rem Koolhaas durante la conferenza del 29 ottobre 2015 presso l’Università di Harvard [Figura 12] si vuole mostrare la percentuale della popolazione rurale mondiale che lavora nella campagna. I dati riportati sono quelli della FAOSTAT (Food and Agriculture Organisation of United Nations), ma basta un confronto diretto (Figure 14 e 15) tra i dati che compaiono e quelli della fonte[11] e si nota immediatamente che le percentuali variano, e non di poco. Alcune aumentano, come quelle riguardanti la Germania, dove la percentuale fornita dalla FAOSTAT risulta essere 12,60%, mentre quella fornita da AMO risulta essere 3%, ed altre diminuiscono, come nel caso del Madagascar, dove la prima afferma una percentuale del 12.80%, mentre la seconda del 51%. Non è chiaro il motivo e soprattutto il criterio con il quale alcuni numeri vengono ingranditi e diminuiti mentre altri, come quello del Marocco al 38%, mantengano lo stesso valore. Nelle due mappe riportate possiamo notare differenze abissali, come per quanto riguarda l’Argentina che si ritrova con una percentuale di popolazione dedicata all’agricoltura del 6,40%, secondo FAOSTAT, ma che nei dati di AMO si trasforma in un esageratissimo 47%, o il Brasile che passa dall’11%, secondo FAOSTAT, al 42%, per AMO.

 

Figura 8 – Slide di AMO riguardante la Germania rurale.

Figura 9 – Slide di AMO riguardante la Germania urbana.

 

Figura 10 – Grafico per il paragone dei dati riguardo alla Germania rurale. Grafico prodotto dagli autori  con i dati di OECD.

Figura 11 – Grafico per il paragone dei dati riguardo alla Germania urbana. Grafico prodotto dagli autori con i dati

 

Ciò che è evidente, è la netta differenza tra i dati reali e quelli riportati da AMO. Inizialmente si potrebbe pensare sia solo un’imprecisione nell’anno, come in precedenza, ma dalle ricerche di verifica non siamo riuscite a ricondurre i valori ad un altro anno. Questa volta non trovando una giustificazione ai valori forniti, che si discostano ampiamente da quelli ufficiali, sembra che si vada a delineare un errore volontario.

Come lo stesso Rem Koolhaas dichiara all’inizio della conferenza del 23 settembre 2020[12], per risolvere le tematiche più rilevanti all’interno della campagna è richiesto un necessario intervento dal punto di vista politico. Ci sono due correnti di pensiero riguardo al futuro del mondo, che sono definite come: half earth e shared planet. La prima, prevede una netta e totale separazione tra città e natura, dove ciascuna realtà si riappropria dei propri spazi senza alcuna commistione tra le parti. La seconda, invece, presuppone un mondo più unito, dove l’aspetto rurale e urbano si fondono, collaborando l’uno con l’altro. Ogni dato sopra riportato rende chiara la propensione di AMO verso quest’ultima corrente di pensiero.

 

Figura 12 – Slide di AMO con le percentuali della popolazione che lavora nel settore agricolo durante la conferenza presso l’Università di Harvard.

Figura 13 – Mappa di paragone con i dati ufficiali (FAOSTAT) slide con le percentuali della popolazione che lavora nel settore agricolo. Grafici prodotti dagli autori con dati FAOSTAT.

 

Figura 14 – Grafico di paragone tra i AMO e quelli di FAOSTAT. Grafico prodotti dagli autori.

Figura 15 – Tabella di paragone tra i dati riportati da AMO e quelli di FAOSTAT. Tabella prodotta dagli autori.

 

Per troppi anni l’attenzione si è sempre concentrata sulle città e sulla loro popolazione ed oggi giorno c’è un deficit di conoscenza per quanto riguarda le campagne, dove il mondo sta davvero cambiando. Koolhaas ricorda che nel mondo rurale si costruisce ed accade tutto ciò che è troppo grande, troppo complesso o troppo insicuro per essere fatto in una città. Un articolo di Oliver Wainwright pubblicato dal The Guardian riporta i commenti di alcuni dei soggetti coinvolti nel progetto che temono che Koolhaas sia andato oltre le sue possibilità. “È problematico chiamarla ricerca”, afferma Charlotte Leib, dottoranda a Yale, la quale ha fatto parte del team di ricerca della mostra di AMO a Rotterdam durante la primavera del 2018. “Ci sono migliaia di esperti in questi campi e alcuni di loro sono stati contattati, ma si è trattato di scolpire le loro conclusioni verso la visione del mondo di Rem” (WAINWRIGHT, 2020).

Nella presentazione che Koolhaas fa di questa ricerca alla Melbourne School of Design, parlando della qualità di vita dei diversi paesi, dice: “Accettiamo il luogo comune, ma purtroppo il luogo comune ha dato origine a un’attenzione quasi esclusiva per le città, per l’urbanità […] e ha portato quasi sistematicamente a trascurare la campagna” [trad. Autori][13]. In queste parole ritroviamo un filo rosso che collega molti dei punti riguardanti le modifiche ai dati, che si affidano ad alcune opinioni comuni sui vari paesi del mondo che evidenziano il grande inurbamento nei paesi nordici e la prevalenza di spazi rurali a sud, soprattutto in Africa, India e Cina, come dice lui stesso al minuto 10:58 della conferenza tenuta ad Harvard[14]. Questo disegno del mondo che ci fornisce Koolhaas con questa serie infinita di dati ci fa rendere conto di quanto si sbilancia verso una visione duale di tutto ciò, con grande distinzione tra il mondo rurale e quello urbano.

E’ chiaro come per Koolhaas non sia sostenibile questo tipo di futuro e la lettura più chiara di tutti questi dati sbagliati fa pensare che abbia cercato di mostrare ancora di più il divario oggi esistente tra queste due realtà. Nel fare questo tipo di operazioni si cede la via fidata dell’analisi scientifica a quella dell’esagerazione che suscita più scalpore.

 

Conclusione

Come dice lo stesso Koolhaas nel suo libro S,M,L,XL nel 1995, “I media non sono altro che un meraviglioso strumento per destabilizzare il reale e il vero, ogni verità storica o politica… e la dipendenza che abbiamo dai media… non è il risultato di un desiderio di cultura, di comunicazione e di informazione, ma di questa perversione della verità e della falsità” (OMA; KOOLHAAS; MAU, 1995: 924) [trad. autori]15.

Rem Koolhaas è il primo architetto contemporaneo ad aver incorporato nel suo lavoro i metodi di comunicazione del sistema economico-politico dominante. Il rapporto di Koolhaas con i mass media precede la sua carriera di architetto. È ampiamente noto e risaputo che, ancor prima di studiare architettura, lavorò come giornalista e sceneggiatore.

Quando Koolhaas presenta i suoi progetti si riferisce solo in parte all’aspetto essenziale di questi, concentrandosi piuttosto sul processo di realizzazione. I progetti sono presentati in modo giornalistico, descrivendo in dettaglio eventi specifici e rendendo ogni presentazione un reportage.

Guardando alla storia lavorativa di Koolhaas è facile notare un modus operandi che si ripresenta anche in quest’ultimo lavoro. L’esempio cardine lo si ritrova in Content, libro pubblicato dall’architetto nel 2004 che sembra non dica nulla sul contenuto vero e proprio del testo ma sposta l’attenzione sul mezzo: il libro-metafora.

All’interno del libro si trovano pagine estremamente dense, una singola pagina può contenere così tanti dati diversi e una tale quantità di informazioni che il risultato sembra un blob. In questi casi, la complessità visiva è tale da richiedere un attento esame di ogni informazione presente nella pagina per essere compresa, oppure molto più semplicemente, non è destinato ad essere compreso ma deve essere consumato come immagine. L’intero lavoro si potrebbe descrivere come una massa amorfa composta da frammenti di architettura, urbanistica, sociologia, storia, politica, economia e tecnologia. Lo shock e la provocazione sono due strategie comunicative di base presenti nel lavoro del 2004 che possiamo ritrovare anche in Countryside: The Future.

Il contenuto e l’obiettivo dell’esposizione di Koolhaas non si basa su un ragionamento lineare. La narrazione è interrotta, la sua struttura assomiglia a una rete priva di gerarchia. Quella di Koolhaas è chiaramente una scelta consapevole che sembra quasi essere un commento sull’apatia che il sovraccarico di informazioni ha provocato nell’uomo moderno.

 

Bibliografia

AMO; KOOLHAAS, Rem – Countryside, A report. Colonia: Taschen, 2020.

OMA, KOOLHAAS, Rem, MAU, Mau – S,M,L,XL. New York: The Monacelli Press, 1995.

KOOLHAAS, Rem – Content. Colonia: Taschen, 2004.

KOOLHAAS, Rem – Delirious New York: A Retroactive Manifesto for Manhattan. New York: Oxford University Press, 1978.

KOOLHAAS, RemLa Architectura de las publicaciones: Conversación entre Beatriz Colomina y Rem Koolhaas. El Croquis, p. 134-135: AMO/OMA Rem Koolhaas.

KOOLHAAS, RemRem Koolhaas: conversaciones con estudiantes. Barcelona: Gustavo Gili, 2002.

ROBERTSON, Helen – The Architecture of the Photograph. Mosaic: An Interdisciplinary Critical Journal, Vol. 37, n.º 4. University of Manitoba, December 2004, p. 203-213.

FOTEINOPOULOS, Tryfon – Constructing The Image: Le Corbusier – Rem Koolhaas. Architecture through Media, Marketing & Political Communication. Supervision of Pavlos Lefas, University of Patras, Polytechnic School, Department of Architectural Engineering, Academic Year 2007-2008.

WAINWRIGHT, Oliver – The countryside is where the radical changes are. The Guardian, London, 11th February 2020. Disponível online: https://www.theguardian.com/artanddesign/2020/feb/11/rem-koolhaas-rural-countryside-the-future-guggenheim

 

Outros recursos

A UN75 DIALOGUE IN PARTNERSHIP WITH GUGGENHEIM – Countryside. The Future, 23rd September, 2020. [Consultado em maio de 2022]. Disponível online: https://www.youtube.com/watch?v=MMWYOb5ZzAw

CBS – Open data StatLine. Disponível online: https://opendata.cbs.nl/statline/portal.html?_la=en&_catalog=CBS&tableId=82805ENG&_theme=1217

MELBOURNE SCHOOL OF DESIGN – MTALKS, Rem Koolhaas and David Gianotten on the Countryside, 3rd October, 2017. [Consultado em maio de 2022]. Disponível online: https://www.youtube.com/watch?v=F4KGYWz0Ymw&t=132s

FAOSTAT – Food and Agriculture Organization Corporate Statistical Database. Disponível online: https://www.fao.org/faostat/en/#home

HARVARD GSD – Rem Koolhaas lecture on the Countryside, 29th October 2015. [Consultado em maio de 2022]. Disponível online: https://www.youtube.com/watch?v=shVxB6wRHo0&t=1543s.

NASA – National Aeronautics and Space Administration.  Ver a este propósito: https://data.giss.nasa.gov/gistemp/maps/#inputelements

OMA – Office for Metropolitan Architecture. Lectures, Countryside. Rem Koolhaas 2012. [Consultado em maio de 2022]. Disponível online: https://oma.eu/lectures/countryside.

UNSTAT – United Nations Statistics. Disponível online: https://unstats.un.org/home/

 

Notas

[1] O presente artigo foi desenvolvido no âmbito da unidade curricular Teoria e História da Arquitetura e da Cidade II, coordenada por Marta Sequeira no ano letivo 2021-2022, do Mestrado integrado em Arquitetura da Universidade Autónoma de Lisboa, com base numa primeira pesquisa realizada no ano precedente pelos alunos Anne Mota e Kelvin Silva.

[2] “What we wanted to collect is evidence of new thinking, new ways of paying, new ways of cultivating, new ways of building, new ways of remembering, new ways of exploring, new ways of acting, old ways of contemplating and being, new ways of using new media, new ways of owning, renting, new ways of protecting, new ways of planting, new ways of farming, new ways of fusing, new ways of harvesting, that are taking place beyond a metropolitan consciousness […]” (AMO; KOOLHAAS, 2020: 3).

[3] «(…) RK told me when we began working together that his mentor had taught him to ‘approach every situation like a Martian, completely foreign and amazed, and write it all down deadpan.’ The countryside has long – always? – been chock-full of experts, overflowing with opinions, flooded by interpretations. But Martian strategy is necessarily unimpressed. Even the duly-picked-over can be a rich harvest. Calling it ignored is not ignorant, it’s strategic. It’s an opening.»

«(…) Quando começámos a trabalhar juntos, RK disse-me que o seu mentor o havia ensinado a ‘enfrentar cada situação como um Marciano, com um olhar completamente alheio e surpreendido, e a escrever tudo de forma muito clara’. O campo é há muito (talvez desde sempre?) um tema abordado por uma miríade de especialistas, inundado de opiniões e interpretações. Mas a estratégia marciana é necessariamente indiferente. Qualquer elemento, se bem colhido, pode revelar a sua riqueza. Não se trata de ignorância, mas de ignorar. É estratégico. É uma abertura’.» (AMO; KOOLHAAS, 2020: 14) [trad. autores].

[4] Disponível online: https://www.youtube.com/watch?v=shVxB6wRHo0 [consultado em maio de 2022].

[5] Disponível online: https://www.youtube.com/watch?v=F4KGYWz0Ymw [consultado em maio de 2022].

[6] Ver a este propósito: https://www.oma.com/lectures/countryside [consultado em maio de 2022].

[7] «This is the territory of the city to — sorry. This is 2% of the territory — sorry. Disbelieve everything you read here». Ver, sobre este argumento, a nota 2.

[8] Ver a este propósito: https://population.un.org/wpp/Download/Standard/Population/ [consultado em maio de 2022].

[9] «In the world right now by looking at so many different places in an distributed over so many different continents we inevitably also draw a picture of the effects of global warming on the world right now, right now is already very serious and it’s not very difficult to imagine that it will become much more serious in the future and in that sense the whole exhibition is a very strong incentive to take this issue perhaps more seriously than any other issue.» Rem Koolhaas durante a videoconferência A UN75 Dialogue in partnership with The Guggenheim, do min. 5:52 ao 6:26 [consultado em maio de 2022].
Disponível online: https://www.youtube.com/watch?v=MMWYOb5ZzAw

[10] Ver a este propósito: https://www.oecd-ilibrary.org/urban-rural-and-regional-development/oecd-rural-policy-reviews-germany-2007_9789264013933-en, em particular a tabela da p. 61.

[11] Ver a este propósito: https://www.fao.org/faostat/en/#data/OEA

[12] Countryside, The Future, A UN75 Dialogue in partnership with The Guggenheim [consultado em maio de 2022]. Disponível online: https://www.youtube.com/watch?v=MMWYOb5ZzAw

[13] «Let’s accept the cliche but unfortunately the cliche has given rise to an almost exclusive focus on cities on urbanity […] and has led almost systematically to neglect of weather you called it countryside». Rem Koolhaas durante a conferência realizada na Universidade de Harvard, min. 24:47 [consultado em maio de 2022].
Disponível online: https://www.youtube.com/watch?v=shVxB6wRHo0.

[14] Ver, sobre este argumento, a nota 3.

[15] «The media are nothing else than a marvelous instrument for destabilizing the real and the true, all historical or political truth… And the addiction that we have for the media… is not a result of a desire for culture, communication, and information, but of this perversion of truth and falsehood.» (OMA; KOOLHAAS; MAU, 1995: 924).