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Flora Del Debbio

floradeldebbio@gmail.com
Arquiteta, Itália

 

Marco Rizzi

rizzimarco1991@gmail.com
Arquiteto, Itália

 

 

Per citare questo articolo: DEL DEBBIO, Flora; RIZZI, Marco – Sulle orme di Oscar. Estudo Prévio 18. Lisboa: CEACT/UAL – Centro de Estudos de Arquitetura, Cidade e Território da Universidade Autónoma de Lisboa, 2020, p. 16-27. ISSN: 2182-4339 [Disponibile online: www.estudoprevio.net]. DOI: https://doi.org/10.26619/2182-4339/18.3

Articolo ricevuto il 1 ottobre 2020 e accettato per la pubblicazione il 13 dicembre 2020.
Creative Commons, licença CC BY-4.0: https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

Riassunto

La presente analisi è condotta a partire da una fotografia che ritrae Oscar Niemeyer, architetto di fama mondiale, nel suo studio durante la costruzione di Brasilia. Procedendo per deduzione vengono indagati i vari elementi che compongono la scena e permettono di tracciare possibili percorsi sulla vita professionale e personale dell’architetto.

Il ricorso a fonti primarie quali documentari, foto e articoli apparsi su riviste dell’epoca aiuta a delineare una visione più ampia su quella che era la situazione nel momento in cui è stata scattata la foto. L’articolo parte da una riflessione sul progetto della costruzione della Cattedrale Metropolitana di Brasilia, proseguendo con un’analisi più attenta dei vari dettagli più nascosti che portano ad indagare l’uomo dietro all’architettura, spogliato da sovrastrutture e ritratto nell’intimità del suo semplice ufficio.

 

Parole chiave: Niemeyer, Scherschel, Brasília, Brasilia, architettura, fotografia

In the footsteps of Oscar – Abstract

The present analysis is conducted from a picture that portrays Oscar Niemeyer, one of the key figures of Brazilian Modern Architecture, in his own studio during the construction of Brasilia. Proceeding by deduction, the various elements that compose the scene are analysed in order to trace different aspects of the professional and personal life of the architect. The use of primary sources such as documentaries, photos and articles published in magazines of that time, helps to outline a broader vision about the context in which the photo was taken. The article starts by a reflection on the project for the construction of the Metropolitan Cathedral of Brasilia, continuing with a more careful analysis of the various details that lead to discover the man behind the architecture, when all the superfluities are stripped away and he is portrayed in the intimacy of his simple office.

 

Keywords: Niemeyer, Scherschel, Brasilia, Architecture, Photography

Sulle orme di Oscar

Immagine 1 – Oscar Niemeyer ritratto nel suo studio durante la costruzione di Barsilia]. SCHERSCHEL Frank, The Life Picture Collection, Brasilia, 1 febbraio 1960. ©gettyimages

 

L’immagine è stata scattata il 1 febbraio 19601 e mostra Oscar Niemeyer – uno dei più noti e importanti architetti a livello internazionale del XX secolo – all’età di 53 anni, all’interno della baracca che usava come ufficio2, durante la costruzione di Brasilia3. I vari dettagli che trapelano dalla foto aprono percorsi e riflessioni sulla vita professionale e privata dell’architetto. Frank Scherschel4, autore della foto, probabilmente era stato inviato dalla nota rivista americana LIFE magazine, per cui lavorava, per riportare la situazione a Brasilia a pochi mesi dall’inaugurazione.5

Il 1960 fu l’anno in cui i riflettori mondiali erano puntati sul Brasile, e numerosi giornali internazionali mandarono inviati sul posto per documentare la nascita della moderna nuova capitale.

La rivista Time Magazine6 aveva già pubblicato due articoli sull’architetto – “On stilts”7, em 1947, nel 1947, “Gentleman, very timid”8, nel 1948 – dove, però, non apparivano foto di Niemeyer. Probabilmente maturò in quell’occasione l’interesse per la figura dell’architetto, che avrebbe portato LIFE magazine a mandare un fotografo in Brasile circa 10 anni dopo (nel 1960) per documentare il suo lavoro. Presumibilmente l’incarico venne affidato a Scherschel perché era già entrato in contatto con l’architetto a New York, in occasione della costruzione del quartier generale delle Nazioni Unite nel 1947, quando Niemeyer era ancora giovane e non conosciuto a livello internazionale.9 Inoltre, Il fotografo aveva già avuto esperienza con architetti di fama mondiale, avendo realizzato un reportage fotografico su Mies Van der Rohe nel 1956.10

Tornando alla foto iniziale, Scherschel scelse di ritrarre la personalità di Niemeyer nel suo umile ufficio. La serie di immagini scattate in quell’occasione11 mostrano un ambiente informale, uno spazio disordinato dove l’architetto elabora soluzioni repentine per poter concludere i progetti in corso che avrebbero definito l’aspetto della nuova capitale.12 Si vede, infatti, che il laboratorio-ufficio è uno spazio vissuto nel quotidiano, tra scartoffie, barattoli di tinta e strumenti da lavoro disposti in modo casuale, come se Niemeyer fosse stato colto di sorpresa nel mezzo della sua tipica routine.

La figura in piedi a fianco dell’architetto appare in varie foto scattate in occasione del viaggio a Brasilia13, e ciò ci fa dedurre che sia una persona locale incaricata di guidare il fotografo in un viaggio attraverso la costruzione della capitale, passando tra i vari cantieri degli edifici in costruzione. Come si può notare dall’immagine14, sembra che l’uomo stia mostrando l’edificio di recente costruzione al fotografo. All’interno dell’ufficio, il punto di vista da cui sono state scattate le foto, più basso rispetto alla figura di Niemeyer, ci mostra che Scherschel si trovava di fianco al tavolo che appare in primo piano (Immagine 2). L’architetto, seduto dal lato opposto, rivolge gli occhi in alto verso una quarta persona che si trova in piedi di fronte a lui. Un ulteriore interlocutore, di cui si intravede il gomito nella seconda immagine16, prende quindi parte alla scena.

Immagine 2 –Rappresentazione angolo visivo in sezione. Fotografia di Frank Scherschel, collage di Marco Rizzi, 2020. ©gettyimages.

 

Tra le foto scattate all’architetto, la prima è quella che ebbe più ampia diffusione, essendo anche la più emblematica nel delineare la personalità del soggetto rappresentato17. Niemeyer sembra che stia spiegando il progetto della Cattedrale Metropolitana di Brasilia, il cui modello appare in primo piano. La prima pietra dell’edificio era stata posta il 12 settembre 1958, giorno del compleanno di Juscelino Kubitschek18, e la costruzione sarebbe terminata solo nel 1970, a causa delle difficoltà di finanziamento che portarono all’interruzione dei lavori per circa dieci anni.

L’immagine del modello aveva iniziato a circolare in varie pubblicazioni a partire dal 1958, tra cui la rivista Brasilia19, nel settembre 1958, e la rivista Módulo, di cui Niemeyer era co-direttore, nel dicembre 1958.20 Questo numero di Módulo sarà particolarmente importante per promuovere il progetto: alla Cattedrale viene riservata l’immagine di copertina e l’articolo al suo interno mostra schizzi preliminari e disegni, che corrispondevano al modello realizzato. Nonostante l’architetto menzioni nel testo una struttura formata da 21 montanti, i disegni mostrano la cattedrale così come venne effettivamente realizzata, dove i montanti sono stati ridotti a 16, “contenuti in una circonferenza di settanta metri di diametro” (Aração, 1958: 14, traduzione degli autori). Come emerge da questi primi disegni resi pubblici, in questa fase del progetto era già stato deciso il ribassamento del piano della cattedrale rispetto al livello della piazza circostante e l’accesso allo spazio della chiesa era, infatti, previsto tramite una rampa discendente. Anche il posizionamento del battistero e della sagrestia fuori dal corpo centrale era stato stabilito già nel 1958; essi si configuravano quindi come elementi distinti raggiungibili attraverso un piano sotterraneo collegato allo spazio centrale della cattedrale:

“Intorno alla navata — ribassata di tre metri rispetto al piano del terreno – si trovano le cappelle oltre ai collegamenti con le sale e servizi annessi alla Cattedrale, e il battistero, localizzato, come primitivamente, fuori dal tempio” (A Catedral de Brasília, Módulo: 8-9, traduzione degli autori)

L’immagine del modello della cattedrale, affiancato dai rispettivi disegni, venne poi diffuso in successive pubblicazioni, come nel numero di Architectural Review, uscito nel febbraio 1959 che dedicava una sezione della rivista agli aggiornamenti sulla costruzione della nuova capitale.21 L’articolo mostrava lo stato di progetto della cattedrale, dichiarando tuttavia che la data di inizio dei lavori non era stata ancora fissata.22 Tornando alla fotografia di Scherschel del 1960, è ora possibile affermare che il modello rappresentato è lo stesso che apparse sulle varie riviste dell’epoca, e che, al contrario di quello che potrebbe sembrare a prima vista, il piano orizzontale su cui poggia la cattedrale è parte della maquette, e non un tavolo. Infatti osservando con attenzione, è possibile notare che la base della maquette non si presenta come una superficie completamente piana, ma emerge, in primo piano, una fessura che corrisponde allo spazio incavato destinato ad ospitare la sagrestia Il modello era abbastanza ingombrante e Niemeyer lo aveva disposto di fronte a sé in occasione dell’incontro con il fotografo (Immagine 3).

Immagine 3 – Rappresentazione angolo visivo in Pianta. Fotografia di Frank Scherschel, collage di Marco Rizzi, 2020. ©gettyimages.

 

È singolare come, nel corso di una discussione con un pubblico che vedeva il progetto per la prima volta, Niemeyer non abbia rivolto l’entrata della cattedrale verso il suo interlocutore, mostrandogli invece il lato posteriore dove era prevista la sagrestia.

Nonostante il modello desse già l’immagine generale della struttura della cattedrale ben definita, si possono notare alcune divergenze rispetto a ciò che è stato realmente realizzato nel piano interrato. In primo luogo, osservando la pianta attuale si evince che non furono disposte cappelle all’interno della navata, come previste dal disegno del 1958 e come pubblicato proprio nel febbraio 1960, nell’edizione speciale su Brasilia della rivista Acrópole17, dove appaiono ancora le cappelle lungo il perimetro interno e un accesso alla sagrestia sul lato opposto all’entrata (Immagine 4).

Immagine 4 – Cattedrale di Brasilia, paragone tra il modello del 1960 e l’edificio costruito nel 1970. Fotografia di Frank Scherschel, collage di Marco Rizzi, 2020. ©gettyimages.

 

La posizione attuale della sagrestia presenta, infatti, un’altra differenza rispetto a quello che era stato previsto nel progetto del 1958. Infatti, mentre il battistero venne effettivamente costruito fuori dallo spazio della chiesa, fu rimosso l’accesso alla sagrestia dall’asse dell’entrata principale, spostandolo sul lato ovest, in uno spazio considerevolmente ristretto rispetto al progetto originale. Un acceso a uno spazio sul lato destro rispetto all’entrata, appare già in alcuni schizzi preliminari pubblicati su Módulo del dicembre 1958, oltre alla sagrestia posizionata, come abbiamo visto, sull’asse di ingresso alla chiesa24. Anche successivamente, nonostante la struttura centrale fosse già chiaramente definita, alcuni estratti del croquis dell’architetto rivelano un’insicurezza sul posizionamento della sagrestia, che appare a volte come un corpo plastico fuoriuscente, a volte come uno spazio interrato sul lato sud dell’edificio.25 Nonostante l’incertezza nella definizione del disegno del piano interrato, la costruzione della struttura della cattedrale proseguirono, tra 1959 e 1960. Lo scheletro della cattedrale, così come la struttura delle altre grandi opere pubbliche della città, furono infatti realizzati in un periodo relativamente breve in quanto era necessario definire l’assetto della capitale entro la data di inaugurazione, prevista per aprile 1960. Oscar Niemeyer affermava nel libro Minha experiência em Brasília:

“Accettammo soluzioni conciliatorie, coscienti della realtà nazionale che Brasilia avrebbe dovuto esprimere e dell’obiettivo principale che doveva raggiungere, che consisteva nel definire la città in termini irreversibili prima del 21 aprile 1960”. (Niemeyer, 2006: 23, traduzione degli autori)

Una foto scattata da Marcel Gautherot mostra che, nel 1960, il corpo strutturale della cattedrale era completamente costruito, ma il terreno sottostante non era ancora stato scavato.26 Da ciò possiamo dedurre che, probabilmente, la conformazione degli spazi sotterranei associati alla chiesa fosse ancora in fase di definizione.

In conclusione, nel febbraio 1960, quando fu scattata la foto da Frank Scherchel, la realizzazione della sagrestia non era ancora iniziata e la sua posizione rimaneva motivo di discussione. Il progetto, così come lo vediamo oggi, venne infatti concluso solo successivamente, negli 1970.

Nella foto, oltre alla maquette della cattedrale, sono presenti altri oggetti che rivelano la quotidianità della vita d’ufficio dell’architetto e ci fanno intuire alcuni tratti dell’atmosfera che si poteva respirare in quei luoghi.

Un primo dettaglio che salta immediatamente all’occhio è il calendario nell’angolo in alto a sinistra della foto, aperto su un’immagine di una modella svestita (Immagine 5). La linea curva, chiaro riferimento alla figura femminile, è, infatti, un motivo ricorrente nell’architettura di Niemeyer. Così come Niemeyer afferma:

“Non è l’angolo retto che mi attira. Né la linea retta, dura, inflessibile, creata dall’uomo. Quello che mi attrae è la curva libera e sensuale. La curva che trovo nelle montagne del mio Paese, nel corso sinuoso dei suoi fiumi, nelle onde del mare, nelle nuvole del cielo, nel corpo della mia donna preferita. Di curve è fatto tutto l’Universo — l’universo curvo di Einstein” (Niemeyer, O Poema da Curva, s.d., traduzione degli autori)

Immagine 5 – Dettaglio sul calendario rappresentante le curve femminili. Fotografia di Frank Scherschel, collage di Marco Rizzi, 2020. ©gettyimages.

 

Un’altra foto pubblicata sulla rivista Manchete del 30 aprile 196027, ritrae l’ufficio di Niemeyer visto da una prospettiva diversa dove appare il calendario aperto sulla medesima pagina, con la stessa figura femminile in primo piano: l’immagine essendo esposta indipendentemente dal mese o dall’anno in corso, presumibilmente venne scelta in base a un puro gusto personale.28 È probabile che Niemeyer apprezzasse particolarmente quell’immagine, definita dalla linea sinuosa che era per lui una fonte di ispirazione. I suoi disegni e la sua produzione architettonica denunciano la sua attrazione per il corpo femminile, paragonato alle montagne di Rio de Janeiro, la sua terra natale.29 Il legame tra l’architetto e il mondo femminile è da ricercarsi anche nel suo passato, infatti Niemeyer “uno dei sei figli di una famiglia della classe media, fu praticamente cresciuto da una zia” (Niemeyer: poesia em concreto armado, p. 80-81, traduzione degli autori). Dichiara più volte in varie interviste di essere appassionato e stregato dalla figura femminile; si sposò, infatti, due volte, il primo matrimonio fu all’età di 21 anni con Annita Baldo nel 1928 e l’ultimo all’età di 99 anni nel 2006 con Vera Lucia Cabreira.

Altro elemento che appare nella foto e rivela interessanti lati del carattere dell’architetto è un apparecchio per ascoltare la musica, che è riposto sul tavolo alle spalle di Niemeyer (Immagine 6)

Immagine 6 – Dettaglio su apparecchio utilizzato per ascoltare musica. Fotografia di Frank Scherschel, collage di Marco Rizzi, 2020. ©gettyimages.

 

Ad una prima occhiata l’oggetto presente nella foto può sembrare una rudimentale cornetta telefonica ma è in realtà una cuffia per ascoltare i dischi. In una stanza scarna, con pochi elementi di arredo, nel mezzo del cantiere di Brasilia veniva lasciato lo spazio alla musica, come momento di evasione.

La musica era un motivo di incontro, come afferma Niemeyer nel libro Minha experiência em Brasília: “di notte ci riunivamo là in lunghe chiacchierate, non era raro fare grandi batucadas, suonando chitarra e tamburello, battendo in barattoli e bicchieri” (Niemeyer, 2006: 22-23, traduzione degli autori).

Niemeyer era infatti un appassionato di musica, in particolare di bossa nova, come dimostra la sua relazione con i celebri musicisti brasiliani Vinicius de Moraes e Tom Jobim. Vinicius e Oscar lavorarono insieme per la prima volta nel 1956 sull’opera di de Moraes “Orfeu da conceição”, dove Niemeyer progettò la sceneggiatura. L’amicizia tra i tre portò anche ad una collaborazione per l’opera “Sinfonia da Alvorada”30, un poema sinfonico che celebra l’inaugurazione della nuova capitale, commissionato a Jobim e Moraes nel 1958 e concluso nel settembre 1960. Anche in questa occasione i due musicisti si avvalgono dell’aiuto dell’amico Niemeyer per la realizzazione dell’immagine di copertina del vinile. Disegni semplici ed essenziali ad opera dell’architetto rappresentano le più importanti opere realizzate a Brasilia, tra cui la cattedrale, il Palácio do Congresso Nacional e i celebri pilastri del Palácio da Alvorada.

L’architetto nei primi anni della sua vita venne spesso descritto come una persona semplice e dedita al lavoro, timida e non sfarzosa, come in “Gentleman, Very Timid”, e nell’articolo a lui dedicato pubblicato sulla rivista Manchete dell’aprile 1960. Questa sua semplicità si riflette nell’arredamento scarno e senza pretese dello spazio in cui lavora, una sorta di laboratorio dove conservava i modelli di studio e procedeva al disegno della nuova capitale. Allo stesso modo, anche lo spazio della casa si presentava come semplice e spoglio:

“nelle notti fredde di Brasilia, chi passasse da una di queste case popolari, costruite per gli operai dei cantieri, avrebbe visto una luce accesa, fino a notte fonda, nell’umile sala di fronte. Era Niemeyer che lavorava. Silenzioso come una formica, come una formica, pure, sapeva il valore del tempo”. (Niemeyer, poesia em concreto armado, 1960: 80-81, traduzione degli autori)

L’architetto viveva nelle case popolari che erano state costruite per gli operai durante la costruzione di Brasilia, una piccola abitazione nel settore W3 Sul:

“Nei primi tempi, vissi con gli altri colleghi, in una residenza della Fundação da Casa Popular. Era una casa semplice e accogliente e i miei arredi si riassumevano, in camera, a un letto, un armadio e una cassa, e in sala, a un divano, un tavolo e quattro sedie. Nonostante i disagi, la mia casa era sempre piena di amici, che vi entravano e uscivano come se fossero nel loro studio.” (Niemeyer, 2006: 14, traduzione degli autori)

L’attenzione dell’architetto a uno stile di vita sobrio e vicino alle classi più umili si riflette anche nel modo di vestire: infatti, nella foto, indossa abiti semplici che ricordano l’abbigliamento degli operai: una camicia chiara dalle maniche arrotolate e un paio di pantaloni di una tinta più scura. Niemeyer si presenta quindi al suo interlocutore come un uomo semplice, un lavoratore.

Nei mesi concitati che passarono dalla progettazione alla realizzazione dei progetti di Brasilia egli visse spalla a spalla con ingegneri, costruttori, capomastri, operai: le decisioni venivano prese in modo repentino, in un flusso continuo. L’abbigliamento utilizzato ricorre in diverse foto che ritraggono l’architetto a lavoro e riconduce a un ideale di uguaglianza in linea con il suo pensiero politico. Niemeyer era infatti un comunista convinto e dal 1992 al 1996 ricoprì la carica di presidente del Partido Comunista Brasileiro31, una fede politica che negli anni della dittatura militare Brasiliana fu duramente criticata costringendolo a lasciare il Paese, esiliato in Europa.

La metodologia di analisi condotta nel presente articolo si ispira al lavoro di ricerca di Ricardo Daza Caceido che, nel suo libro Buscando a Mies, a partire da una fotografia scattata all’architetto di fama internazionale Mies Van Der Rohe, intende tracciare la personalità dell’uomo dietro all’immagine.

Allo stesso modo, pensiamo che la foto scattata da Frank Scherschel nel febbraio del ‘60 sia riuscita a riassumere la complessa personalità di Oscar Niemeyer. Il ritratto ha, infatti, aperto la strada ad un viaggio condotto con fare investigativo sulle tracce di Oscar, che ha permesso di conoscere l’uomo dietro all’architettura, facendo trapelare le diverse sfaccettature della sua personalità. Nel periodo di ascesa dell’architetto, che lo avrebbe affermato poi sul palcoscenico internazionale, questo istante immortalato dalla fotografia ci ha permesso di avere un assaggio dell’altra faccia della medaglia: un volto fatto di semplicità, quotidianità, amore per la vita e per l’architettura.

 

Bibliografia

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Vídeo

Niemeyer: o traço e o tempo [documentario] Brasil, 2006, 28 min 30 sec, TV Câmara. Disponibile online: https://www.youtube.com/watch?v=69InBpt1yeQ [Consult. 22- 09-20].

Oscar Niemeyer – A vida é um sopro [documentário] Brasil, 2007, 90 min, Fabiano Maciel. Disponibile online: https://www.youtube.com/watch?v=AYhpFEHJkkI [Consult. 22-09-20].

Roda Viva, entrevista a Oscar Niemeyer, 12 Julho 1997. Disponibile online: https://www.youtube.com/watch?v=mNjeEibgRmc [Consult. 22-09-20].

 

Archivi consultati

LIFE photo archive. Disponibile online: https://artsandculture.google.com/search?q=scherschel%20brasilia

Fundação Oscar Niemeyer. Disponível em: http://www.niemeyer.org.br/obras